Tempo, questa disciplina riesce oggi a ricostruire, per via ipotetica, alcuni aspettiĭelle lingue antiche risalenti perfino a circa 10.000 anni fa, all’inizio dell’olocene (Willems et al. Sfruttando tecniche e teorie affinatesi nel A partire dal XIX secolo la Linguistica Storica ha permesso di identificare diversi meccanismi alla base del mutamento delle lingue portando, tra le altre cose, alla individuazione di ‘leggi’ in grado di spiegare alcune caratteristiche di tali modificazioni (si pensi ad esempio alla Legge di Leskien sulla regolarità del cambiamento fonetico). ![]() Sia esso veloce o lento, il cambiamento sembra tuttavia essere una delle caratteristiche che definiscono il linguaggio (Willems et al. ![]() Numero ristretto di persone (come nel caso dell’islandese). Ad esempio, il cambiamento è in genere più rapido in lingue con molti parlanti (si pensi all’inglese) ma molto più lento in quelle parlate in aree geografiche limitate e da un Il ritmo con cui le lingue si modificano nel tempo dipende da una complessa miscela di fattori. Diverse stime indicano l’esistenza di almeno 7.000 lingue distribuite in 196 Paesi ( Lewis 2009), ciascuna soggetta a variazioni che ne coinvolgono le diverse caratteristiche strutturali: fonetiche, fonologiche, morfologiche, morfosintattiche, sintattiche, semantiche, pragmatiche e discorsive (Evans e Levinson 2009 Levinson e Gray 2012). Le lingue umane sono dei sistemi adattivi in uno stato di costante cambiamento.
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